venerdì 18 settembre 2009

Ma cosa accomuna Greystorm a Rubor maximus?


Il prossimo 10 ottobre arriverà in edicola una nuova miniserie Bonelli, che attendevo da diverso tempo. Si tratta di Greystorm, epopea a carattere steampunk (anche se Antonio Serra, il suo creatore, preferisce parlare di narrativa alla Jules Verne), il cui protagonista è un certo Robert Greystorm, un folle e geniale scienziato degli inizi del Novecento. Greystorm, grazie ad una spedizione al Polo Sud, farà una inaspettata scoperta che cambierà per sempre la sua vita, portandolo a scegliere la via del Male e a creare una spaventosa minaccia per tutto il genere umano. La sua lunga avventura, sarà ambientata in Inghilterra, al Polo Sud e tra le isole del Pacifico, e coprirà un periodo che va dalla fine dell’800 fino al 1920. Perché mi interessa questo nuovo progetto Bonelli? Per diversi motivi: che ha a che fare con l’immaginario steampunk, che parla di tecnologia e perché è in qualche modo legato al fatto che RM esista come realtà editoriale. Già parecchi anni orsono venne presentato da Serra un progetto simile all’attuale, ma allora aveva un nome diverso, che attingeva a piene mani nell’immaginario di Verne e sembrava ammiccare ad una biografia romanzata della vita di Robur, il personaggio di Verne protagonista di due romanzi (Robur il conquistatore ed Il Padrone del mondo) e di un film degli anni 60 a lui dedicato, con Vincent Price e un giovane Charles Bronson. Era la metà del 2006, ed io, in quell’istante, stavo lavorando alle tavole del primo capitolo di Rubor maximus. Ricordo che la cosa mi colpì, pensavo che a parte il bellissimo “Le avventure di Giulio Maraviglia” di Bilotta e Di Giandomenico, ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che uscisse qualcosa di steampunk fatto in Italia. Allora preso dalla foga decisi che era venuto il momento di dare alla stampe la mia storia, non avevo voglia di arrivare secondo e il caso fece sì che la mia strada si incontrasse con Giorgio Messina della Cagliostro E-press; così, dopo qualche mese, nel marzo del 2007 uscì il primo volume di RM. Diciamo che la paura di arrivare secondo era legata al fatto che sia io che il progetto Bonelli lavoravamo su Verne e Poe, e la possibilità di creare situazioni simili era molto alta, ed il rischio di essere additato come un clone non mi piaceva. Adesso invece mi posso godere con tranquillità questa nuova storia Bonelli, anche se penso di sapere cosa troverà Greystorm al polo sud (se siete lettori di Poe e Verne mi capite). Vediamo se indovino oppure no… Poi vi faccio sapere se la serie mi piace.
P.s. informazione d'appendice: nella prima stesura di RM, quella che presentai al Lucca Contest del 2005, la "macchina" veniva ritrovata al polo sud.