martedì 26 ottobre 2010

Chicche di saggezza


Qualche frase strappata qua e là, per libere riflessioni, e per venire incontro alle regole precedentemente scritte:

“ La critica a fumetti in Italia non esiste, al massimo esistono i criticoni, ma non sono italiani, sono tutti esterofili.”

“ Nella vita e nella morte ci vuol sempre buona sorte. “

Per concludere vi rivelo che la signorina rappresentata si chiama Lucrezia, ed è il mio spirito guida a Lucca 2010.

Cosa bisogna fare per essere un buon disegnatore e sceneggiatore


Chi si aspetta di leggere qualcosa di serio vada via, oppure resti, che la fantasia supera la realtà o forse sono la stessa cosa. Poche regole da seguire: essere sempre presenti in ogni discussione sul web; prodigarsi in lodi agli autori famosi e spalare merda su quelli poco famosi; cercare di sfruttare le proprie conoscenze per accaparrarsi lavori e possibilmente mettersi in mostra il più possibile, mostrando un carattere poco simpatico. Detto fatto, naturalmente ci vuole anche un pizzico di talento, il successo arriva. Cacchio, ma io non seguo quasi nessuna di queste regole, sto sempre a disegnare e scrivere, accidenti, mi sa che ho sbagliato tutto! Certo, quelli elencati sopra sono dei luoghi comuni, triti e ritriti, ma alla fine come ogni tradizione che si rispetti, hanno un loro fondamento ben radicato nel territorio. Saluti e buona notte. Quello rappresentato nell’immagine è un Operaio Mod. Marchionne, molto in voga in questo periodo, esportabile anche ad altre categorie lavorative.

Lucca 2010


Fra qualche giorno inizia Lucca Comics and Game 2010, ed io ci sarò, come già accennato, con H.P.L.45 ed Operazione Majorana, allo stand della Cagliostro E-press, in P.za Napoleone, padiglione editori. Sabato sarà presente anche Alberto Bonis a darmi una mano a fare disegnini e dediche. Accorrete numerosi…
P.s. il signore al mio fianco si chiama Randolph, se volete saperne di più compratevi H.P.L. 45 ;)

venerdì 8 ottobre 2010

SEI DELUSO DI GREYSTORM, allora è venuto il momento di leggerti RUBOR MAXIMUS!


A parte il titolo che ai più potrebbe risultare da rosicone ed ad altri una vuota provocazione, la mia vuole essere una semplice analisi e un suggerimento, considerato una serie di aspetti, che avrò modo di trattare in questo mio breve post. E’ finita la serie di Greystrom, anche il 12° volume è stato letto, le critiche, in generale, sono state positive per certi versi, ma, da come si evince leggiucchiando in giro per il web, la serie alla fine, nonostante le grandi aspettative, non è mai riuscita a decollare del tutto, una sorta di volo a metà. Molteplici sono stati i fattori che hanno portato a questo giudizio, alcuni li elenco in breve qui di seguito: la tecnologia e il genio di Greytorm rimangono troppo in sordina rispetto agli avvenimenti della Storia (specie pensando ai riferimenti alla Prima Guerra Mondiale); i suoi schiavi e le ambizioni di Greystorm fanno una figura da peracottari nella battaglia di Makatea (battuti da uno sparuto gruppetto di uomini); alla fine Greystorm non è convinto manco lui di cosa ha veramente fatto e perché lo ha fatto, nonostante sia stato sempre così risoluto nella sua cattiveria. Poi vi sono altre cose, che basta farsi un giro sulla rete per trovarle. Io da parte mia ho trovato Greystorm una piacevole lettura (anche se ho preferito Volto Nascosto), sì, mi aspettavo di più, ma le molteplici citazioni di Verne (più di quante tanti hanno colto) mi hanno piacevolmente intrattenuto, e poi i disegni per me erano molto belli, e in sintonia con le illustrazioni classiche dei libri di Verne, per intenderci le Edizioni della Mursia. Certo, una parte del pubblico voleva di più, forse perché il pubblico è smaliziato e si aspetta grosse novità, anche dai fumetti cosiddetti popolari; eppure il fine dell’opera era chiaro fin dalle prime dichiarazioni di Serra: “non sarà steampunk! Lo steampunk descrive una versione alternativa, adattata del mondo moderno attraverso l'utilizzo di una tecnologia retrò. Invece quella a cui stiamo lavorando sarà una storia ambientata nell'Ottocento, con personaggi e azioni compatibili con quel periodo storico”. Ossia recuperare l’atmosfera del classico romanzo d’avventura scrivendo un fumetto come avrebbero potuto farlo Verne o Stevenson. In più introducendo una novità nel mondo Bonelli: un cattivo come protagonista, privo di un triste passato che ne giustifichi le azioni, ma solo una cieca ambizione e uno scarso interesse per il prossimo suo. Alla fine, in un certo senso, quello che Serra si riprometteva è stato mantenuto: le atmosfere del romanzo classico d’avventura vi sono tutte, in particolare quelle verniane, sia nella caratterizzazione dei personaggi che nel loro agire, sia negli ambienti che nelle avveniristiche (ma non troppo) invenzioni di Greystorm, che ben si accompagnano a quelle del periodo storico trattato. Forse c’è troppo Verne avventuroso, quello del Giro del mondo in 80 giorni o Cinque settimane in pallone e poco del Verne precursore della fantascienza, quello in grado di guardare molto più avanti dei suoi tempi, prevedendo invenzioni che poi sono divenute reali. Ma d’altronde, sempre citando Serra:”dato che Greystorm doveva essere un inventore, nelle prime fasi di sviluppo del racconto la nostra opinione era quella che, negando la Storia con la esse maiuscola, avremmo potuto fargli ideare molte cose (dal congelatore all’aeroplano) in anticipo sui tempi. Ma, man mano che gli eventi si definivano e la documentazione si accumulava sulle nostre scrivanie, ci siamo resi conto che non era possibile. Tutto era già stato inventato (avremmo dovuto far nascere Robert nel ‘700!) e la realtà in cui il nostro si sarebbe dovuto muovere era molto più “avanzata” di quanto ci aspettassimo. Questo ci ha convinti a narrare la vita del nostro genio malvagio non “contro” la Storia, ma tra le pieghe della stessa, facendola emergere nei momenti che ci sembravano più emotivamente importanti (come, per citarne uno, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale)“. Se i presupposti su cui si muoveva erano quelli, beh, li ha rispettati (anche se il cattivo alla fine ne risulta molto ridimensionato). Da parte mia non posso che dire, a chi è rimasto deluso di Greystorm, che forse è venuto il momento di leggersi Rubor Maximus. Certo i miei disegni debbono piacere, non sono paragonabili a quelli degli artisti bonelli o in generale della scuola italiana, ma Rubor Maximus è il fumetto dove la Storia con la esse maiuscola si confronta, senza negarla, con una tecnologia futuribile, dove la Prima Guerra Mondiale è diversa da come siamo abituati a vederla, ma il tutto nell’ottica di una ricostruzione storica che guardi appunto alla Storia con la esse maiuscola. L’ucronia non è negare la storia, l’ucronia è rivedere gli avvenimenti storici da un punto di vista diverso, è un lavoro lungo e laborioso, è spesso più facile far finta che tutto sia già stato inventato o che tutto sia immutabile e quindi non si possa cambiare la storia; ma con un pochetto di impegno la realtà è ben diversa. Ne è un fulgido esempio l’opera ritenuta il caposaldo dello Steampunk “La macchina della realtà (The Difference Engine)” del 1990, scritto da William Gibson e Bruce Sterling, dove si racconta che il noto matematico Charles Babbage è riuscito nell'ambizione di costruire un avanzato computer meccanico (la macchina analitica, evoluzione della macchina differenziale che dà il titolo originale al romanzo), anticipando così di oltre un secolo la rivoluzione informatica, cosa che effettivamente sarebbe potuta capitare se non fossero intercorsi alcuni spiacevoli avvenimenti, in particolare di natura economica. Quindi se volete leggervi un fumetto dove ci sia un bel po’ di Wells, di Verne e di Poe, tanta alchimia, fantascienza, storia della Scienza, ucronia e personaggi storici da riempirci un’enciclopedia, nella migliore tradizione dello steampunk e dell’ucronia, allora vi riconsiglio di leggervi Rubor maximus, non ne sarete delusi. E se non volte spendere i soldi per i volumi, cercate qualcuno che ve li impresti ;)