domenica 2 dicembre 2007

Vivere o morire nel mondo dei fumetti (forse fino ad ora non ho capito niente)…


Da un po’ di tempo a questa parte, navigando per i vari blog, mi sono reso conto che il mio approccio con il mondo dei fumetti è sbagliato…
Siamo in un periodo dove vige il sensazionalismo, il culto del proprio ego portato alle stelle, il desiderio di emergere è fortissimo e ogni metodo, come in guerra ed amore, è lecito. Una testimonianza diretta viene dal proliferare di blog, video su you-tube, titoli dei giornali e quanto altro. Allora per un esordiente cosa c’è di meglio da fare, cercare di pubblicare qualcosa, anche in proprio per fare vedere quanto si vale, o cercare vie più semplici e dirette? Dunque, se pensate che nel mondo del fumetto vige la meritocrazia, cercate di darvi da fare, altrimenti usate le scorciatoie, ne esistono di due tipi:
1) andare per blog di autori famosi, baccagliarseli, postando commenti reverenziali per ogni, eventuale, sciocchezza scritta (quelle che se le scrivo io non viene nessuno a filarsele), sperando che un domani vi chiamino per farvi fare qualcosa…
2) prendere di mira uno di questi autori famosi, criticandolo per il suo accentramento di potere mediatico, facendovi così una sicura pubblicità di ritorno, con un innalzarsi vertiginoso degli accessi al vostro blog.
Quest’ultima strategia è la più veloce, la più simile a quello che la tv ci offre, da autore di fumetti vi trasformate in TRONISTA (vedesi De filippi), e attaccate altri TRONISTI, e la gente accorre a vedere la litigata, entusiasti partecipi. Magari gli stessi che gridano contro l’omologazione imperante sui mercati finanziari di questo mondo (vedi sigh! globalizzazione,), ma che poi corrono a omologare se stessi a tutti gli altri. Ma cercare di restare se stessi, non prestarsi ai giochi degli altri. La psicologia delle masse è ormai una arma formidabile per chiunque voglia gestire la sua immagine mediatica, e nonostante tanto se ne parli e si vedano i nefasti effetti del passato, si corre sempre dietro a qualcuno, dicendo come scusa: ma sì, vado solo avere cosa ha detto, ma non mi interessa mica, per poi rimanere nella rete… Domandina finale: esiste la meritocrazia nel fumetto o contano di più le amicizie (vedi pubblichi se conosci qualcuno)? Io penso che per i disegnatori, a creare la differenza, sia maggiormente la meritocrazia, nel caso degli sceneggiatori non saprei dirlo, la strada mi sembra più ardua. Comunque penso che gli amici, in questo mondo lavorativo come in altri, servano per confrontarsi e aiutarsi a vicenda, per raggiungere un comune obiettivo, per un gioco di squadra, per creare un buon prodotto editoriale e nient’altro. Sono un sognatore? Purtroppo sì, altrimenti non farei fumetti…
P.S. naturalmente questo blog come gli altri vive sul superego del suo autore, anche se motivato da desiderio di fare comprare più copie possibili di Rubor maximus…